In un articolo per National Geographic News, pubblicato il 13 Marzo scorso
news.nationalgeographic.com/news/2013/03/130313-ancient-egypt-akhenaten-amarna-cemetery-archaeology-scienc... e tradotto in italiano alla pagina
www.nationalgeographic.it/popoli-culture/2013/03/15/news/antico_egitto_la_dura_vita_della_gente_di_amarna-15652... Traci Watson sottolinea alcune interessanti scoperte effettuate dall’Amarna Project.
L’analisi degli scheletri, trovati nel cimitero meridionale della città, ha mostrato bambini e adulti presentanti gravi segni di malnutrizione e di lavori massacranti, con una notevole presenta di traumi e fratture.
Il bio-archeologo Jerome Rose dell’Università dell’Arkansas osserva di aver trovato gli scheletri più malati e stressati mai trovati in Egitto. Egli si meraviglia pensando al fatto che si trattava di personaggi della capitale di Akhenaton, nella quale il cibo doveva essere sufficiente se non abbondante. Egli ritiene dunque che ci sia qualcosa che non torna.
Nelle circa 200 tombe analizzate solamente 20 contenevano sarcofagi e potevano essere assegnate a personaggi di un certo rango. Le altre dovevano appartenere a gente comune, che veniva sepolta avvolta in stuoie e senza particolari oggetti funerari, fatta eccezione per qualche amuleto protettivo.
Gli scheletri presentano in genere segni di malnutrizione, precoce arresto della crescita e malformazioni dovute al trasporto di pesi notevoli.
Alcuni dei ricercatori hanno fatto osservare che una tale situazione non sia una prerogativa di Amarna, ma sembra comune ad altre necropoli di cittadini di basso rango.
Commento
Nessuno dei ricercatori ha fatto però le considerazioni che mi sembrano più ovvie.
La città di Akhetaton fu costruita in fretta per consentire ai coreggenti Akhenaton e Nefertiti di vivere in una zona desertica del Medio Egitto, forse in una d’orata quarantena, lontano dalla probabile epidemia di peste che aveva colpito anche la vecchia capitale Waset / Tebe.
Questa situazione dovette portare a intensi lavori di edilizia, per cui è probabile che nei circa due anni di costruzione della città siano stati portati ad Akhetaton squadre di lavoratori sia egizi sia prigionieri o schiavi.
Questi lavoratori dovettero andare incontro a lavori stressanti e a probabili incidenti. Non è pensabile che essi facessero ad Akhetaton una bella vita né che mangiassero a sufficienza.
Questa situazione ci porta alla mente quanto scritto nella Bibbia a riguardo dello scontro fra Mosè e il faraone. Gli Ebrei, assoggettati in schiavitù agli inizi della XVIII dinastia, furono impiegati in massa per edificare città. Mosè avrebbe visto la condizione disumana in cui essi lavoravano e si sarebbe opposto a un caposquadra, finendo per ucciderlo. Dopo aver dovuto difendersi per il suo gesto, dovette scappare per paura di essere arrestato e a sua volta ucciso.
È dunque molto probabile che anche i lavoratori di Akhetaton siano stati costretti a lavori pesanti e duri. La presenza di molti bambini ci porta ad ipotizzare che, come per gli Ebrei, siano state trasferiti ad Akhetaton interi gruppi familiari di prigionieri o schiavi. In questa situazione non c’è da stupirsi che abbiano lavorato duramente anche i bambini e che ci sia stata una grave denutrizione e molto frequenti incidenti sul lavoro.