Nella sala della Sezione egizia del Louvre di Parigi (N. 831) è esposta una bellissima statua in steatite di un faraone seduto (h. 61 cm).
La statua in steatite gialla è priva di geroglifici, per cui non esiste la certezza del nome del faraone rappresentato. La siluette del re ricorda però quella di Akhenaton.
Nella schiena è rappresentato un braccio spezzato, che ci dice come questa statua dovesse essere una parte di una statua doppia.
La possibilità che il secondo personaggio tenga abbracciato sulla sinistra Akhenaton ci porta a ipotizzare che si possa trattare di Nefertiti. Nella stessa sala del Museo è esposta un’altra statuetta doppia, in cui la posizione del re e della regina è la stessa. Regina a destra e re a sinistra, contrariamente alla consuetudine delle statue doppie reali e non reali.
La statua in steatite fu molto probabilmente rotta alla fine del regno dei coreggenti Akhenaton e Ankhtkheperura Neferneferuaton Nefertiti, forse a causa dei disordini legati a un probabile colpo di Stato.
La statua di sinistra di Akhenaton è stata restaurata e presenta evidenti aggiunte fatte dai restauratori.
Quella di destra di Nefertiti dovette essere ridotta in frammenti più o meno grandi, i quali potrebbero essere stati sottratti dai ricercatori di tesori dei secoli scorsi e venduti ai vari Musei e/o a privati.
È forse il caso del frammento, conservato al Metropolitan Museum of Art di New York, acquistato nel 1926, contrassegnato col numero di catalogo 26.7.1396 ed esposto nella sala 121 (h. 13 cm – 5 1/8 in, w. 12.5 cm - 4 15/16 in e d. 12.5 cm - 4 15/16 in).
La pietra, lo stile artistico e la forma carnosa delle labbra suggeriscono l’appartenenza del frammento alla doppia statua in steatite di Nefertiti e Akhenaton.
Ritengo possibile che una ricerca fra i vari Musei contenenti reperti egizi potrebbe portare all’individuazione di altri frammenti in steatite gialla.
Questa possibile individuazione potrebbe portare alla realizzazione di calchi per una ricostruzione anche parziale della statua della regina e della coppia di sovrani.