00 21/05/2012 18:32
Il libro, nella versione italiana Ed. Massimo del 1956, è scritto bene ed è di facile lettura, ma presenta varie inesattezze e strane informazioni, che alla luce di quanto si sa oggi potrebbero sembrare invenzioni dell’autore.

1° punto
:

Pag. 52

«[…] Per gli egiziani, che non avevano calendario, era difficile dividere il tempo in lunghi periodi; essi avevano infatti diviso la loro epoca in brevi periodi corrispondenti alle varie dinastie. […].»

Commento

A metà del 19° secolo era stato già codificato il metodo astronomico di datazione assoluta della cronologia egizia. Sulla base della segnalazione relativa a un anno di regno di Senusert / Sesostris I della levata eliaca di Sirio in un particolare giorno del calendario civile si poté definire l’inizio della XII dinastia intorno al 2000 a.C.
Il metodo astronomico considerava la ciclicità della coincidenza della levata eliaca di Sirio col capodanno del capodanno civile pari a 1460 – 1456 anni civili.

E’ quasi certo che gli Egizi abbiano considerato però un periodo più lungo, la durata di un’Era zodiacale del Sole di circa 2100 anni (sequenza Ere zodiacali del Toro e dell’Ariete).

I miei studi, descritti nel mio nuovo saggio DENDERA – La sacra terra della dea, hanno poi descritto un periodo più breve di circa 500 anni, corrispondente al ciclo della Fenice, l’intervallo temporale fra due levate coincidenti della stella Sirio e del pianeta Venere / la Fenice, il giorno della levata eliaca di Sirio.

Dobbiamo dunque considerare almeno tre lunghi periodi di valenza astronomica – religiosa:

- circa 2000 anni (ciclo zodiacale del Sole Ra);
- circa 1500 anni (ciclo calendariale, legato a Sirio (Hathor / Iside);
- circa 500 anni (ciclo della Fenice, legato a Sirio (anima di Hathor) e Venere (nuova valenza di Hathor).

Per quanto riguarda i periodi corrispondenti alle varie dinastie, questi non furono considerati dagli Egizi, ma furono sicuramente un’invenzione di Manetone, utilizzata per suddividere con una certa logica i più di 300 sovrani egizi.
Manetone considera anche della suddivisioni più lunghe, accorpando varie dinastie, così da suddividere la cronologia in antica, media, nuova e tarda. E’ però improbabile che anche questa suddivisione fosse stata utilizzata dagli Egizi, in quanto per loro non esisteva soluzione di continuità in tutta l’Età faraonica.

2° punto:

Pagg. 53-55

«[…] Nella seguente tabella cronologica, raffrontata con una tabella analoga di Scharff e Moortgat, sono menzionati i re più importanti. […].»

Commento

Neubert non scrive neanche una parola per spiegare la sua scelta di presentare una cronologia estremamente corta, come se esse fosse riconosciuta valida da tutti gli Egittologi. Questo tipo di cronologia. che prevede l’inizio della I dinastia intorno al 2850 a.C., è stato studiato per soddisfare una probabile coincidenza della levata eliaca di Sirio col capodanno civile egizio durante il regno del sovrano della prima dinastia Djer (tavolozza di Djer). Alla luce del ciclio calendariale legato a Sirio e sapendo che la coincidenza si ebbe nel 139 d.C. si poté stimare una precedente coincidenza intorno al 2780 a.C. per cui sembrò logico portare l’inizio del periodo faraonico circa 70 anni prima.

Neubert spiega di non volere tediare i lettori con noiose spiegazioni scientifiche, ma sviscerare informazioni non spiegate e qualche volta errate può portare a disinformare il lettore.
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