Nel 3° nomo dell’Alto Egitto furono edificate due città “gemelle”, Nekhen e Nekheb, rispettivamente le greche Hieraconpolis “città del dio falco” e Eileithyiapolis “città della dea madre Eileithyia”.
Le due città risalgono al periodo predinastico e furono molto probabilmente la patria dei principi che governarono l’Alto Egitto e quindi unificarono le Due Terre. In tal caso l’indicazione di Manetone (dinastia thinita da una località This presso Abydos) sarebbe sbagliata.
Le due città si trovano a circa 80 km a sud di Luxor, rispettivamente sul versante sinistro (occidentale) e destro (orientale) del Nilo.
Le due città “gemelle” erano consacrate rispettivamente alle due importanti e antichissime divinità Hor / Horus (falco) e Nekhbet (avvoltoio).
Si ha motivo di ritenere che il culto di queste due divinità rientri nella religione stellare egizia, che come sappiamo considerava il dio Ra Horackty come personificazione del Sole e il dio Hor / Horus l’antico “Sole femminile” come personificazione di un pianeta X, che comprendeva un pianeta associato alla dea madre Hathor e un satellite associato al dio Sah.
Possiamo dunque ritenere che l’Horus di Nekhen, così come quello di Edfu, sia un sincretismo di Ra Horackty e che la dea madre Nekhbet sia un sincretismo della vacca celeste Hathor, la madre di tutti gli Horus associati ai pianeti del Sistema solare.
È difficile dunque credere che l’Horus di Nekhen, così come quello di Edfu, sia Horus figlio di Iside, la divinità dinastica.
Il mito di Osiride dovrebbe infatti essere stato codificato all’inizio dell’Età dinastica per creare un collante religioso per le Due Terra. I sacerdoti egizi presero spunto dagli avvenimenti catastrofici accaduti nel Sistema solare e crearono i seguenti sincretismi: Iside = Hathor, Osiride = Sah e Seth = Apophis.