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I due rilievi evidenziati presso l’antica città di Dimai nel Fayum ricordano quanto scrisse Erodoto al Cap. 149 delle Storie:

«Ancor più di siffatto labirinto provoca meraviglia il lago Meri, presso il quale esso è costruito. …. Esso dimostra da solo di essere artificiale e opera di scavo, poiché circa in mezzo vi sorgono due piramidi che s’alzano sul livello dell’acqua cinquanta orgie ognuna, e altrettanto si spingono sott’acqua; su tutte e due sta un colosso di pietra seduto su di un trono …. L’acqua del lago non sorge lì, (questa zona è anzi estremamente arida), ma ci arriva dal Nilo per mezzo di un canale e per sei mesi scorre verso il lago, per altri sei rifluisce al Nilo. ….»

Oggi il lago del Fayum ha ridotto notevolmente la sua estensione, per cui è possibile che i due rilievi fossero ai tempi di Erodoto circondati dall’acqua. Gli Egittologi ritengono che più che piramidi si possa trattare dei basamenti di due colossi di uno dei sovrani della XII dinastia, i quali effettuarono lavori nell’area ed edificarono templi e piramidi.

Sembra comunque strano che i due rilievi e il terzo a base triangolare non siano stati visti e studiati dagli archeologi che studiarono nel XX secolo la zona di Dimai.
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